Tutorial riguardanti la produzione audio.

Cos’è la risposta in frequenza?

Conoscere i vostri strumenti alle loro basi.

La risposta in frequenza è il modo in cui un’attrezzatura audio modifica le frequenze che gli manderemo dentro.

In parole povere: è il modo in cui lo strumento a cui appartiene “suonerà”. Il modo in cui lo strumento in questione altererà le frequenze che gli invieremo.

Attenzione: un segnale sonoro non è caratterizzato dalle sole frequenze, ma anche dalla loro fase. Riportata in un grafico a parte, chiamato grafico di risposta in fase.
È una caratteristica fondamentale del suono. Ma, per lavori di produzione musicale, data la qualità degli strumenti moderni, è generalmente trascurabile.
Stessa cosa non vale per discorsi di fonia e impiantistica audio
(PA system) live, in cui la fase gioca un ruolo primario a causa delle forti interazioni ambientali in gioco. Il vento, l’umidità e le enormi dimensioni delle platee, per esempio.  
Se volete approfondire l’argomento, in un futuro tutorial ve ne parleremo.

Il modo più frequente per illustrare una risposta in frequenza è il grafico di risposta in frequenza. 

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In verticale, il grafico riporterà come lo strumento altererà le frequenze. Ovvero, il valore in dB della variazione cromatica (“cromatica” in quanto le componenti frequenziali di un suono andranno a crearne il “colore”. Ovvero, le sue qualità timbriche).

In orizzontale, il grafico riporterà quale frequenza verrà alterata. 

Questo era l’esempio di un grafico vuoto.

Adesso, vedremo un grafico con al suo interno una risposta in frequenza.

Grafico risposta in frequenza

Grafico con risposta in frequenza

La linea all’interno di questo grafico è la risposta in frequenza.

Interpretare questo grafico è molto semplice.
Per esempio, possiamo dedurre che questo strumento, a 30 Hz sottrarrà 20 dB al suono originale. A 40 Hz sottrarrà 10 dB. A 300 Hz sottrarrà circa 3 dB.

Parlando di questo stretto esempio, si tratta di uno strumento abbastanza affidabile al di sopra dei 100 Hz,  in quanto variazioni di +/- 2 dB sono considerate relativamente accettabili per standard professionali.

Vediamo adesso il grafico di uno strumento eccezionalmente affidabile.

Risposta in frequenza eccellente

Risposta in frequenza eccellente

A parte un picco sui 10 KHz, in cui avviene una somma di 10 dB (una caratteristica correggibile facilmente in postproduzione, casomai sia necessario), questo strumento non altererà minimamente il segnale originale. 

Uno strumento con un grafico così lineare è uno strumento affidabile.

Infatti, è la risposta in frequenza di uno dei nostri microfoni preferiti durante le registrazioni orchestrali.

Ora vediamo il grafico di uno strumento nella media

Risposta in frequenza nella mediaq

Risposta in frequenza nella media

Questo strumento non è affidabile sotto i 100 Hz, e presenta delle irregolarità intorno ai 7 KHz mediamente fastidiose.
Ma, tutto sommato, è uno strumento fruibile in situazioni dove non sia richiesta totale fedeltà. Come, per esempio, rumorosi spettacoli dal vivo.

Infatti, è la risposta in frequenza di un piuttosto noto microfono dinamico.

Ora vediamo il grafico di uno strumento pessimo.

Grafico risposta in frequenza pessima

Grafico risposta in frequenza pessima

Se vedete uno strumento con una risposta in frequenza con irregolarità così frequenti e marcate, lasciatelo nello scaffale: si tratta di uno strumento non affidabile.

Salvo non abbiate idee terribilmente originali per le vostre riprese.

E quando vedete grafici con curve multiple per singolo strumento, come per esempio questo

Effetto prossimità.

Effetto prossimità.

non spaventatevi: è semplicemente l’effetto prossimità.

Alcune tipologie di microfoni variano il loro comportamento in base alla distanza dalla fonte sonora ripresa.
Questi grafici mostrano come gli strumenti reagiranno a seconda della distanza a cui li porremo dalla fonte sonora, offrendo curve diverse per distanze diverse.

Per strano che vi possa sembrare, questo sistema vi permetterà di capire come suonerà uno strumento senza neanche averlo sentito.

Salvo rare eccezioni, di cui parleremo in altri articoli.

Se volete sapere il perché della creazione di questi tutorial, lo troverete in questo post

Il nostro primo post.

E nel nostro sito potete ascoltare e vedere i risultati delle nostre conoscienze.

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8 regole per scegliere i monitor da studio giusti

Consigli intelligenti per ascolti professionali.

Un altro passo molto importante per fare musica seriamente è l’acquisto di un paio di monitor audio da studio.

Purtroppo si tratta di un’attrezzatura piuttosto complessa, e che in molti casi bisognerà accontentarsi di usare solo per una parte delle sue potenzialità.

  • Near field? Mid field? Far field?

    Assolutamente near field.
    Mid field e far field sono estremamente costosi e, anche quando accessibili, son di gestione troppo complicata per un utilizzo basic come un home/project studio.
    Oltretutto, quando avrete a che fare con monitor di quella qualità, saranno altri a sistemarli per voi.

  • Dimensioni stanza.

    La dimensione della vostra stanza sarà cruciale per la qualità degli ascolti: la grandezza della stanza dovrà crescere con la grandezza dei monitor, pena il loro cattivo funzionamento.

    Se avete una stanza di più di circa 4x4x2.5mt, potrete permettervi dei monitor da 8”. 5x5x3mt, per esempio, è un’ottima misura per dei monitor da 8”.

    Se non avete la fortuna di avere una stanza così grande, è consigliabile l’acquisto di monitor da 5”.

    Se la stanza è di molti metri più grande di 4x4x2.5mt, potreste avere problemi di riverbero.

  • 5” vs 8”

    I monitor da 5” son più economici, ma non vi permetteranno di lavorare sulle frequenze basse. Son ideati per lavorare in compagnia di un subwoofer.

    Quelli da 8” son più costosi, ma vi permetteranno di iniziare a lavorare anche sulle frequenze basse. Hanno un ottimo rapporto qualità prezzo.

    Se volete iniziare ad avere a che fare seriamente col suono, vi consigliamo l’acquisto di monitor da 8”.

    Un setup 5” + subwoofer costerà molto di più di un sistema 8”, e avrà molte più difficoltà di settaggio.

  • Ascolti multipli?

    Inutili.
    Se avete dei buoni monitor, basterà filtrare il loro segnale in ingresso tramite un equalizzatore: otterrete la risposta in frequenza di qualsiasi altoparlante vogliate.

    Un unico paio di ottimi monitor da studio è la scelta migliore.

  • Che marca?

    Non fate granché caso alla marca.
    La marca non è il reale parametro che dirà la qualità dei vostri monitor.
    Ci son monitor di marche semi sconosciute che suonano realmente bene, e monitor di marche famose che suonano “meh”.

    Parlando di affidabilità, i monitor moderni, se trattati bene, sono praticamente tutti estremamente affidabili.

    Il vero sistema per capire qual’è il miglior monitor è nel punto successivo.

  • Risposta in frequenza

    La risposta in frequenza dei monitor è la loro qualità sonora.
    Più è piatta e più il vostro monitor riprodurrà fedelmente i suoni che gli manderete.
    La scelta, in questo caso, è molto semplice: confrontate le risposte in frequenza dei vari monitor che state scegliendo, e scegliete il modello con la curva più piatta.

    Se avete la fortuna di poterla leggere, è questa la via più veloce e affidabile per capire la qualità di un monitor audio.

    Se purtroppo non la avete, nei 2 successivi punti vi suggeriremo dei metodi per testare i vostri nuovi monitor.

  • Test tramite musica

    Se volete veramente mettere sotto pressione un impianto, Metal e musica orchestrale sono la scelta giusta.

    Sono delle tipologie musicali dotate di grande escursione dinamica (partono dal silenzio e arrivano fino a volumi enormi) e timbrica (i loro suoni sono estremamente sgargianti).

    Pezzi minimali come Blues, Jazz o strumenti solisti sono abbastanza sconsigliabili per testare il vostri nuovi monitor audio.
    Non metteranno realmente sotto pressione tutte le capacità timbriche dei vostri nuovi monitor.
    Inoltre, data la loro poverà timbrica (non hanno dei suoni molto corposi), vi faranno sembrare più bello l’impianto.
    Questo per il semplice motivo che, non avendo grandi richieste timbriche, il messaggio musicale verrà consegnato relativamente intiero, dandovi le emozioni che avrebbe dovuto darvi.

    È ora di tirare fuori Brahms e i Periphery, insomma.
    O anche il disco solista di LmK: https://open.spotify.com/album/3zoTvDRS0ANwoNp8AFn36d

  • Per i più coraggiosi: analisi spettrometrica

    Il reale metodo per provare voi stessi la qualità dei monitor, è un analisi spettrometrica.
    La musica, per quanto sgargiante, è sempre diversa.
    Ergo, dovreste provare tutta la musica del mondo per testare la qualità dei vostri monitor.

    …oppure

    mandargli dentro un segnale con ogni frequenza sonora possibile (rumore bianco/rosa), e analizzare il risultato acustico tramite un microfono estremamente fedele (microfono di misurazione/sonda).

    In termini tecnici: un analisi spettrometrica.

    Il risultato dell’analisi spettrometrica sarà una risposta in frequenza.
    Esattamente quella di cui si parlava prima (5).

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11 regole per comprare gli strumenti giusti

Consigli intelligenti per scegliere gli strumenti giusti per la vostra passione.

Con le attrezzature giuste, sarete a metà del lavoro.

Quindi, abbiamo creato una lista di consigli utili a darvi la giusta mentalità per scegliere quelle giuste.

  • Quanto amate la vostra passione?

    Volete provare a farla diventare un lavoro? O è giusto un passatempo?

    • Nel primo caso, dovrete scegliere molto bene i vostri strumenti, e non preoccuparvi di spendere molto. E sarebbe altamente consigliabile l’aiuto di un affidabile professionista del suono. Oppure, l’acquisizione autonoma di un impeccabile conoscenza del vostro lavoro (sia di aspetti pratici che economici).
      Se sceglierete bene i vostri soldi torneranno presto indietro, grazie ai vostri clienti.
    • Nel secondo caso, non preoccupatevi più di tanto. Non avete nessun mercato in cui convivere: pensate solo a divertirvi, senza troppe preoccupazioni.
  • Avrete dei clienti?

    Perché, se ne avrete, dovrete creare qualcosa che suonerà bene anche in altri impianti, in altre stanze, e che dovrà far felici anche altre persone. Molte volte, persone che avranno ascoltato tanta buona musica, in buoni impianti, e a cui non importa se avete iniziato da poco.

    In parole povere: dovrete adeguarvi agli standard di mercato, sia tecnici che artistici.

  • Avete il posto giusto per le vostre nuove attrezzature?

    Batterie e amplificatori per chitarra son rumorosi, i monitor audio hanno bisogno di stanze trattate acusticamente, i realpiano sono ingombranti…

    State sempre estremamente attenti a dove userete le vostre nuove attrezzature: un posto sbagliato le renderà inutili.
    Se prendete un paio di fantastici monitor da 8″ e li mettete in una stanza da 2x3mt, saranno completamente inutilizzabili a causa di ragioni acustiche.
    Stessa cosa per un microfono economico, che potrà suonare bene in studio, ma gracchierà parecchio in un ambiente live con umidità e urti.

    Non siate egocentrici o frettolosi, o non potrete godervi la vostra nuova attrezzatura.

  • Pensate sempre prima a cosa fare, non a come farlo

    State comprando uno strumento: state comprando qualcosa che vi aiuterà a ottenere qualcosa.
    È nel suo significato: “strumento”, non “scopo”.

    Non focalizzatevi troppo sullo strumento.
    In realtà, sarebbe meglio proprio non pensare allo strumento: pensate solo a quello che volete realizzare.

    Pensate nuovamente al vostro strumento solo quando vi troverete completamente bloccati nella vostra impresa, e sarete sicuri che le vostre abilità coprono assolutamente qualsiasi aspetto di quello che state realizzando.

  • Sono solo strumenti: non suoneranno per voi.

    Non comprate nulla col pensiero di “mi farà il lavoro”: sarete -voi- a fare il lavoro, con l’aiuto di uno strumento.

    Se non avete chiara idea di come creare qualcosa, non vi serve un nuovo strumento: vi serve più conoscenza.

  • E, anche ci riuscissero, non avrebbe alcun senso.

    L’arte è espressione.
    Quello che la rende così bella e speciale è la sua varietà. Il fatto che mettiamo la nostra anima nella nostra arte.

    Dov’è il senso di calcare un tasto? Non state facendo arte: state calcando un bottone, e ascoltando qualcosa fatto da altri. Non state essendo voi stessi: state essendo il surrogato di qualcun altro.

    Siete sicuri di voler spendere il vostro tempo essendo il surrogato di qualcun altro?

  • Non usate solo le orecchie: usate anche il cervello. (Piccola introduzione alla psicoacustica)

    Non abbiamo spettrometri e hard disk: abbiamo orecchie e anima.
    Non siamo macchine che memorizzano dati: siamo umani che ricordano emozioni.

    Non memorizziamo dati: memorizziamo sensazioni. Non “110db, 80Hz”: “un suono forte e basso”.
    È la ragione per cui possiamo fare arte: abbiamo sentimenti.

    E anche il motivo per cui possiamo dire di essere vivi.

    …e anche quello per cui non siamo molto inclini a memorizzare dati precisi, come caratteristiche acustiche o risposte in frequenza.

    Per esempio, nei vostri primi anni di mixing, sarà molto frequente essere stra felici per un mix unicamente per scoprire, il giorno dopo, che faceva veramente schifo.
    È normale.
    Passerà con anni di buona pratica.
    È la differenza tra essere professionisti e non.

  • NON ASCOLTATE I TESTIMONIAL (...a meno che non siate grandi amici)

    Sono pieni di finanziamenti di produzione: possono permettersi di comprare qualcosa per la sua estetica (a cosa pensate serva un muro di amplificatori Marshall?), e hanno un esercito di eccellenti tecnici audio pronti a risolvere qualsiasi tipo di problema derivante da questo modo di pensare “coreografico”.

    E, molto importante: non gli importa di voi. Sono pagati per pubblicizzare. Non andranno in bancarotta se non farete la musica che avreste voluto.
    E, oltretutto, non saprete cosa effettivamente usano fino al giorno in cui non lavorerete con loro.

  • NON ASCOLTATE AMICI O PARENTI (...a meno che non siano affermati professionisti audio)

    Il fatto che gli vogliate bene e che abbiate tanti bei ricordi assieme non vuol dire che abbiano conoscenze musicali professionali.

    Non c’è nulla di sbagliato: la musica non è uno scherzo. È una cosa seria.
    La tua passione è una cosa seria. E deve essere trattata solo da abili professionisti.

  • Non ascoltate nessuno che non sappia fornirvi spiegazioni scientifiche.

    La via più veloce per capire se si tratta di un buon consiglio è molto semplice: perché?
    Se volete fare della vostra passione il vostro lavoro, non accettate mai nulla di precotto: chiedete sempre “perché?” E non accettate mai “Eh, perché si fa così”: chiedete una spiegazione scientifica rigorosa.

    Con le attrezzature musicali non si parla di magia: si parla di attrezzature create partendo da solide basi scientifiche. 
    La risposta in frequenza o il diagramma polare di un microfono, per esempio: questo microfono è figo come dicono? Perfetto: vediamo la scheda tecnica.

  • Ma non dimenticate mai che non state facendo matematica: state facendo arte.

    Un approfondita conoscienza scientifica della vostra strumentazione è solo un modo per avere la strada più chiara nel realizzare quello che vi piace. Non è una “gara ai numeri più grandi”.

    Uno strumento perfetto per la situazione A potrebbe essere la scelta peggiore per la situazione B: è tutto nel contesto. È arte.
    È tutto in quello che volete creare.
    Non dimenticatelo mai.

Se volete sapere il perché della creazione di questi tutorial, lo troverete in questo post

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